Il caso del concorso RTD a Unicusano con 4 commissari su 4 esterni alla disciplina ha risvegliato un dibattito che sembrava sopito tra i cultori di scienza politica (e spero che ora la nostra associazione professionale riconsideri anche le mie proposte, o altre, sulla carta etica!). In ogni caso, il nostro Presidente ha scritto al rettore di quell'ateneo e vedo molti post sull'argomento.
Anch'io ho scritto, per ribadire il punto. Ma credo sia necessario uscire dai confini della disciplina e affrontare il tema dell'interpretazione etica delle norme sull'autonomia (in particolare sulle modalità di scelta di quei pochi giovani che riusciremo a reclutare). Ragionare solo in piccoli ambiti ci rende poco incisivi e non fa capire fuori che ci sono ancora dei professori universitari
dei quali ci si può fidare. Insomma, smarchiamoci dalla solita acquiescenza. Altrimenti Pivato scriverà un secondo libro dicendo che abbiamo già passato il limite dell'indocenza.
Al Magnifico Rettore
Università UniCusano,
Roma
Caro collega
Mi permetto di scriverTi dopo aver visto la lettera del Presidente della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) a te indirizzata. Sono tra quelli che hanno spinto il Presidente a stendere questo tipo di lettere ed a chiedere un reclutamento affidato a rappresentanti autorevoli della disciplina. In generale, auspico un processo di selezione delle nuove leve accademiche incentrato sul merito, su valutazioni adeguate, su ambiti di competizione sufficientemente vasti e sulla massima trasparenza. Tutti criteri che le attuali normative rendono percorribili ma che possono essere anche facilmente aggirati, in particolare dall’uso improprio delle regole sui profili, la circolazione dei bandi e la formazione delle commissioni. Per questo sono da tempo latore di alcune proposte, inclusa una bozza di carta etica, che ho sottoposto alla mia associazione professionale, ma che potrebbero essere oggetto di un dibattito più ampio. Ti allego volentieri tali proposte. La Scienza Politica è una disciplina sufficientemente consolidata sul piano accademico. Conta su un buon numero di incardinati e si è rafforzata negli anni, anche per la presenza di una serie di approcci e di "sub -discipline" rilevanti. Tuttavia, come Ti ricorda il Presidente Grilli, in virtù di tale segmentazione, la disciplina mostra confini piuttosto mobili che si sovrappongono ad altre discipline dell'area CUN 14, e non solo. Se avrai voglia e tempo di leggere le cose che Ti indico (ed altre riflessioni, mie e di colleghi ben più eminenti, che sono pronto a segnalarti) ti accorgerai che questa testimonianza - spero non isolata - non proviene dalla nostalgia, o da una cultura accademica retriva e corporativa. Al contrario, sono convinto che dobbiamo prendere estremamente sul serio gli strumenti normativi che abbiamo oggi (e in particolare il sistema di reclutamento ancorato all'impianto della L.240/2010), con una gestione oculata delle procedure e con quel buon senso istituzionale che rimane necessario nella messa in opera di qualsiasi tipo di norma. Il reclutamento degli RTD oggi rappresenta l'assicurazione da stipulare, per allontanare il rischio di un definitivo regresso della qualità accademica Italiana. È una risorsa molto scarsa - lo sappiamo - e non possiamo dilapidarla utilizzando le procedure in modo così poco professionale. Se poi si vuol cambiare e spingere per un reclutamento "manageriale" incentrato su indicatori di rendimento e su arbitri in qualche misura esterni alla disciplina, benissimo! Parliamone, ma con una azione trasparente e volta alla messa a punto di nuove norme e di adeguati criteri per la formazione dei collegi che saranno chiamati a valutare i candidati. Mi fermo qua. Come Ti ho detto sarò felice di esporti il mio punto di vista se lo riterrai opportuno. La mia lettera al momento vale solo come un caldo invito a riconsiderare la nomina per la commissione del concorso in Scienza Politica, investendo colleghi più adatti alla missione. Personalmente, nonostante l'enorme quantità di tempo che si perde, ho sempre cercato di rispondere positivamente agli inviti a far parte di commissioni di concorsi di valutazione comparativa. Considero infatti questa parte del nostro lavoro un dovere morale, e quindi sarei sicuramente disponibile anche nel caso di una chiamata da parte del tuo ateneo. Sono certo che molti altri colleghi sarebbero pronti a fare parte della commissione.
Un cordiale saluto
Luca Verzichelli
Anch'io ho scritto, per ribadire il punto. Ma credo sia necessario uscire dai confini della disciplina e affrontare il tema dell'interpretazione etica delle norme sull'autonomia (in particolare sulle modalità di scelta di quei pochi giovani che riusciremo a reclutare). Ragionare solo in piccoli ambiti ci rende poco incisivi e non fa capire fuori che ci sono ancora dei professori universitari
dei quali ci si può fidare. Insomma, smarchiamoci dalla solita acquiescenza. Altrimenti Pivato scriverà un secondo libro dicendo che abbiamo già passato il limite dell'indocenza.
Al Magnifico Rettore
Università UniCusano,
Roma
Caro collega
Mi permetto di scriverTi dopo aver visto la lettera del Presidente della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) a te indirizzata. Sono tra quelli che hanno spinto il Presidente a stendere questo tipo di lettere ed a chiedere un reclutamento affidato a rappresentanti autorevoli della disciplina. In generale, auspico un processo di selezione delle nuove leve accademiche incentrato sul merito, su valutazioni adeguate, su ambiti di competizione sufficientemente vasti e sulla massima trasparenza. Tutti criteri che le attuali normative rendono percorribili ma che possono essere anche facilmente aggirati, in particolare dall’uso improprio delle regole sui profili, la circolazione dei bandi e la formazione delle commissioni. Per questo sono da tempo latore di alcune proposte, inclusa una bozza di carta etica, che ho sottoposto alla mia associazione professionale, ma che potrebbero essere oggetto di un dibattito più ampio. Ti allego volentieri tali proposte. La Scienza Politica è una disciplina sufficientemente consolidata sul piano accademico. Conta su un buon numero di incardinati e si è rafforzata negli anni, anche per la presenza di una serie di approcci e di "sub -discipline" rilevanti. Tuttavia, come Ti ricorda il Presidente Grilli, in virtù di tale segmentazione, la disciplina mostra confini piuttosto mobili che si sovrappongono ad altre discipline dell'area CUN 14, e non solo. Se avrai voglia e tempo di leggere le cose che Ti indico (ed altre riflessioni, mie e di colleghi ben più eminenti, che sono pronto a segnalarti) ti accorgerai che questa testimonianza - spero non isolata - non proviene dalla nostalgia, o da una cultura accademica retriva e corporativa. Al contrario, sono convinto che dobbiamo prendere estremamente sul serio gli strumenti normativi che abbiamo oggi (e in particolare il sistema di reclutamento ancorato all'impianto della L.240/2010), con una gestione oculata delle procedure e con quel buon senso istituzionale che rimane necessario nella messa in opera di qualsiasi tipo di norma. Il reclutamento degli RTD oggi rappresenta l'assicurazione da stipulare, per allontanare il rischio di un definitivo regresso della qualità accademica Italiana. È una risorsa molto scarsa - lo sappiamo - e non possiamo dilapidarla utilizzando le procedure in modo così poco professionale. Se poi si vuol cambiare e spingere per un reclutamento "manageriale" incentrato su indicatori di rendimento e su arbitri in qualche misura esterni alla disciplina, benissimo! Parliamone, ma con una azione trasparente e volta alla messa a punto di nuove norme e di adeguati criteri per la formazione dei collegi che saranno chiamati a valutare i candidati. Mi fermo qua. Come Ti ho detto sarò felice di esporti il mio punto di vista se lo riterrai opportuno. La mia lettera al momento vale solo come un caldo invito a riconsiderare la nomina per la commissione del concorso in Scienza Politica, investendo colleghi più adatti alla missione. Personalmente, nonostante l'enorme quantità di tempo che si perde, ho sempre cercato di rispondere positivamente agli inviti a far parte di commissioni di concorsi di valutazione comparativa. Considero infatti questa parte del nostro lavoro un dovere morale, e quindi sarei sicuramente disponibile anche nel caso di una chiamata da parte del tuo ateneo. Sono certo che molti altri colleghi sarebbero pronti a fare parte della commissione.
Un cordiale saluto
Luca Verzichelli